Un fondo ad hoc da 250 milioni di euro come ristoro per le attività della neve chiuse dalle ordinanze regionali anti-Covid. Sarebbe questa la promessa fatta dal ministro Boccia alle Regioni durante la videoconferenza con il governo in vista del prossimo Dpcm in risposta all’incalzare dei governatori che, di fronte all’ipotesi di chiusura degli impianti, fanno opposizione. Ma da parte sua, il ministro agli Affari regionali sembra irremovibile:

“Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire”.

Questo quello che avrebbe detto durante l’incontro virtuale. Risposta che non ha quindi rassicurato il settore, ma al contrario, fatto maturare una consapevolezza condivisa: se in Italia gli impianti di sci restano chiusi, allora si chiudano anche le frontiere. Una proposta avanzata dai presidenti delle Regioni che avrebbero chiesto così di evitare la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve.

“Serve una risposta coordinata Ue sui campi di sci”, dichiara il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma da Bruxelles fanno spallucce e lo stesso portavoce della Commissione Ue Stefan de Keersmaecker ribadisce senza esitazioni che la competenza sulle scelte di apertura o chiusura degli impianti è nazionale, non della Ue. Una risposta che raggela anche Angela Merkel che nelle scorse ore aveva chiesto ai Paesi dell’Ue di chiudere tutte le stazioni sciistiche d’Europa per Natale e Capodanno facendo appello anche ai cittadini dell’Unione di evitare ogni viaggio a scopi turistici da qui alla fine dell’anno.

Fuori dal coro la voce del cancelliere austriaco Sebastian Kurz che respinge con forza ogni ipotesi di chiusura, sottolineando che il tema non è uno di quelli sui quali l’Ue dovrebbe interferire”. In Francia il governo ha annunciato di voler lasciare aperte le stazioni sciistiche, ma di voler chiudere gli impianti di risalita.